
DECRITTARE UN SEMINARIO SULLO STATO DELL’ARTE DEI SISTEMI DI MIGLIORAMENTO DELLE PERFORMANCE DELLA REGOLAZIONE. IL DOGMA SALVIFICO E IL LUOGO COMUNE DELL’ALGORITMO.
Lo scorso 24 febbraio, l’AREL ha organizzato un seminario-webinar sul tema “Algoritmi e regolazione, a partire dai settori energia e clima”.
Lato teleologico: oggetto e finalità impliciti del Seminario
Si tratta per certo di una delle principali frontiere di evoluzione del framework operativo della regolazione economico-sociale in generale e di quella applicata ai settori energia e ambiente in particolare, così come della strumentazione che promette, in termini generali, di portare le maggiori innovazioni game changing nelle performance dei sistemi regolati.
Detto questo, bisogna evidenziare che quella di algoritmo è una nozione scivolosa, sempre al confine con il luogo comune delle formule salvifiche cool dietro alle quali si fatica a intravedere impatti e ricadute effettive. Rischia di diventare un credo acritico-modaiolo, più che un effettivo portafoglio di tools operativi e produttivi di impatti concreti nel senso indicato.
Per decrittare oggetto e obiettivo della sessione e trarne eventuali segnali, messaggi di interesse, bisogna delimitare in modo più oggettivo, magari meno sounding come slogan, la materia.
In primo luogo, il concetto chiave: algoritmo.
Algoritmo, ce lo ha ricordato il main speaker del seminario, è una stringa di istruzioni attraverso le quale si ottiene in modo efficiente un risultato. Può essere l’ordinatore logico di un processo digitale, così come una sequenza di azioni/operazioni in un processo analogico.
Vedremo che questa precisazione è essenziale quando si associa il concetto di algoritmo a quello di regolazione: alcuni dei panelist istituzionali hanno chiaramente evidenziato che, quando si parla di applicazioni algoritmiche nella logica estrema della digitalizzazione e della AI come autonomo gestore di funzioni istituzionali, bisogna sempre ricordare la cornice di principi e tutele costituzionali che presidiano il modus agendi delle pubbliche amministrazioni. Efficienza e soluzioni smart debbono essere ricercate, ma sempre su un terreno ben confinato all’interno di questi elementi di contesto ordinamentale.
Secondo concetto chiave è quello di regolazione. Si tratta di un modello di ordinamento di settori economici imperniato sul ruolo di istituzioni cui viene affidato il compito di imporre parametri positivi di comportamento limitativi dell’autonomia imprenditoriale. È, per essere estremamente sintetici, l’evoluzione del modello liberale incentrato sul dogma dell’autonomia imprenditoriale e del diritto come vettore di limiti generali negativi all’interno dei quali imprese e mercato si auto-determinano in coerenza naturale con le finalità generali dell’ordinamento.
I cd. fallimenti del mercato, come evidenza del fatto che il principio applicato a settori di particolare sensibilità (servizi essenziali) non garantisce livelli adeguati di efficienza e tutela dei consumatori, hanno portato al progressivo affinamento del modello e della sua estensione applicativa.
È fondamentale comprendere quale mestiere è chiamato a fare un regolatore, onde delimitare il terreno su cui valutare il possibile ruolo dell’algoritmo come strumento messianico di drastico miglioramento delle sue performance.
Tre sono gli output fondamentali del ruolo del regolatore, tre leve interoperative che producono, se adeguatamente implementate e funzionanti, il risultato ricondotto alla sua missione: conformare i comportamenti gestionali delle imprese a coerenza con gli interessi tutelati.
Per fare questo, in primo luogo, il regolatore regola.
Come detto, impone parametri comportamentali positivi attraverso i quali la gestione dell’impresa regolata nel day by day management possa anche realizzare le finalità di interesse generale compatibilizzandole con quelle particolari, private, di cui rimane legittima portatrice.
La sola coniazione di proposizioni normative astrattamente aderenti allo scopo non è però sufficiente. L’obiettivo è che le regole siano effettivamente calate nella realtà operativa, che ne permeino lo svolgimento incorporandovi le finalità di interesse generale. Perché questo succeda, il regolatore deve essere investito di funzioni di controllo/enforcement attraverso le quali verificare il modo in cui la proposizione normativa viene calata nella dinamica di gestione, nel continuum della gestione aziendale.
La capacità di monitorare costantemente l’attività delle imprese consente di individuare eventuali situazioni di possibile deviazione e di attuare modalità di enforcement proattivo tramite forme di light power, moral suasion, attraverso le quali mettere al centro la compliance e non la repressione di violazioni sporadicamente accertate quando ormai radicate e storicamente profonde (e quindi fattore produttivo di rilevanti e conclamate vulnerazioni del bene tutelato).
Nel Quadro Strategico 2019-2021, il regolatore dei settori posti al centro della riflessione seminariale, energia e ambiente, ha individuato, tra gli obiettivi principali della sua azione nel periodo considerato, il rafforzamento della compliance regolatoria attraverso l’introduzione di modalità, di algoritmi potremmo dire nell’accezione amplia, alternative a quelle dell’enforcement repressivo, della sanzione pecuniaria. È la santificazione dell’assunto sopra forgiato: la regolazione deve esprimersi anche in quella funzione complementare del ruling, della mera produzione normativa.
Un altro settore operativo del regolatore evocato nell’introduzione della discussione seminariale come possibile terreno di cimento algoritmico è quello delle decisioni amministrative, dell’adozione di provvedimenti che producono effetti individuali sulle imprese regolate essenziali per la conduzione delle attività.
L’esempio richiamato è quello della regolazione della qualità tecnica del servizio. Sempre per semplificare al massimo l’approfondimento, si tratta di misure con le quali il comparto regolato viene guidato in un percorso di recupero e armonizzazione dei livelli di efficienza attraverso la fissazione di obiettivi di performance e di misure premiali/afflittive per i risultati che in concreto le imprese sapranno raggiungere in un singolo ciclo di applicazione.
Nel settore ambientale del servizio idrico integrato, a fronte della pesante situazione di arretratezza del sistema infrastrutturale nazionale, ben si può intuire la rilevanza che assume questo segmento.
Il problema per il regolatore è che, al di là della costruzione dell’impalcato normativo, il vero cimento è quello della raccolta e processamento dei dati di performance di tutte le imprese del settore per fissare il risultato e determinare i trattamenti conseguenti.
Il presupposto delle decisioni però, non è funzione meccanica della raccolta dei dati, perché deve essere verificata l’affidabilità dei sistemi di raccolta, la loro idoneità a svolgere la funzione di estrazione e fissazione delle conoscenze necessarie a fondare le decisioni. Così come deve essere, del pari, verificata la correttezza dei dati via via consolidati come fotogrammi del film della performance complessivamente garantita dal singolo gestore.
Il regolatore deve adottare decisioni motivate come condizione per l’utilizzo di risorse pubbliche e quindi non può avere un approccio fideistico alle informazioni rese dagli operatori. E qui casca l’asino.
Il regolatore può per certo regolare, ma quando si trova ad applicare la regolazione, a fare da ponte, da tramite tra la norma e l’effetto che deve produrre per realizzare l’interesse generale sconta la cronica carenza di risorse umane attraverso le quali gestire contestualmente, efficacemente, nei tempi e con le certezze necessarie, le decisioni richieste.
Per dirla con il documento strategico 2019-2021 approvato da ARERA, l’assetto organizzativo ed operativo deve essere implementato perché sia garantita la compliance regolatoria, formula con cui si indica il fine ultimo di qualsiasi apparato di regolazione economico-sociale.
Documenti e approfondimenti
Leggi tutto il resoconto del seminario Arel
Algoritmi e regolazione - relatori del seminario Arel 24/02/2021
Algoritmi e regolazione - Infografica degli interventi
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